Circa 1200 km in 8 caldissime tappe in sella
Visione perfetta con gli occhiali Rudy Project Astral e Kelion White Gloss
Comfort e stabilità con i cinturati Velo Pirelli
Libertà, avventura, fatica, lentezza, solo alcune delle immagini che vengono in mente quando si pensa ad un viaggio su due ruote, e cosa c’è di meglio che approfittare dell’estate per trasformare l’idea in azione. Mappa alla mano, abbiamo deciso di esplorare il versante balcanico dell’Adriatico, da Dubrovnik a Milano, poco meno di 1200 km da coprire in otto tappe. Il primo step è sicuramente quello di preparare la bici, dopo un’accurata revisione dei freni e del cambio e un controllo di efficacia delle luci di segnalazione, per i copertoni ci siamo affidati ai Pirelli Cinturato Velo, affidabili e scorrevoli.
I TAPPA (Dubrovnik – Ploce) – Il primo impatto è subito con il gran caldo nel quale abbiamo portato a termine i primi 130 km con circa 1200 D+ che ci hanno fatto ammirare panorami bellissimi, pur se per goderceli abbiamo dovuto affrontare persino qualche tornante al 17%. Lungo il tragitto, un salto a Dubrovnik vecchia ma anche il confine con la Bosnia ed Erzegovina con l’Adriatico blu e le sue magnifiche insenature a dipingere il quadro di questa avventura. Arrivo a Ploce, tuffo e rifornimento, qualche ora di riposo.
II TAPPA (Ploce – Spalato – Traù) – La giornata inizia molto presto, tanto che ancora il sole non ha fatto capolino. Il percorso si inerpica subito per permetterci un affaccio su un lago, prima di ritornare sulla costa. E’ in queste ore che apprezzo ancora di più i Rudy Project Astral e Kelion White Gloss, occhiali protettivi, anti-appannamento, leggeri, anti-sfregamento e che hanno una marcia in più nell’essere fotocromatici proteggendomi da vento, polvere e moscerini anche quando il sole non è alto. Il percorso ci porta a Spalato, tra le rovine del Palazzo di Diocleziano, e a Traù, un magnifico borgo su un isolotto collegato attraverso un ponte. I km sono 145 con 1250 D+.
III TAPPA (Traù – Zara – Posedarje) – L’alba arriva prestissimo, è già tempo di mettersi in sella in direzione di Zara, che merita una visita per l’esperienza dell’organo marino ed una passeggiata nel borgo. Vento e sole ci fanno compagnia fino a Posedarje, una piccola località che ci accoglie, dopo 146 km e 1250 D+ permettendoci di fare un tuffo rinfrescante e riflettere sulla temutissima tappa successiva.
IV TAPPA (Posedarje – Novi Vinodolski) – E’ l’alba più bella perché lungo la nostra marcia troviamo l’isola di Pag, da attraversare completamente per giungere all’estremità opposta, dove saltiamo su un traghetto che in pochi minuti ci riporta sulla terraferma. Caldo e salite non mancano mai, il grande assente di oggi, per nostra fortuna, è il vento contrario di cui ci priviamo volentieri in questa tappa di 155 km e 1800 D+. Manubrio a dritta verso nord, arriviamo a Novi Vinodolski in tempi record, considerando la difficoltà del tragitto, dopo una breve sosta a Segna per il tempo necessario al rifornimento.
V TAPPA (Novi Vinodolski – Fiume – Turriaco) – Se pensavamo che il peggio fosse passato è solo perché non avevamo valutato con attenzione la tappa che ci ha riportati in Italia. L’arrivo alla contesa Fiume, in territorio d’Istria, è paesaggisticamente straordinario ma anche complesso in termini di salite impegnative. Proprio da Fiume inizia il passaggio tra i confini croato e sloveno, un tratto difficilissimo il cui impegno è stato parzialmente compensato dalla discesa che ha segnato l’ingresso in Italia dopo 155 km e 1500D+.
VI TAPPA (Turriaco – Padova) – Lo sfondo della giornata è la Pianura Padana che ci fa compagnia fino a Padova, una tappa semplice, 165 km piatti, e velocissima che ci ha permesso di addentrarci nei vicoli ed esplorare la città con tutta calma.
VII TAPPA (Padova – Mantova) – In assenza del mare abbiamo prenotato un posto in piscina nei pressi di Palazzo Te di Mantova. Pochi km, solo 120, con arrivo nella prima mattinata per andare a conoscere la cittadina e le sue bellissime ricchezze artistiche.
VIII ED ULTIMA TAPPA – C’è un velo di tristezza nel dover affrontare l’ultima tappa in aree che conosciamo bene. Per questo, decidiamo di dirigerci verso Cremona lungo una strada mai percorsa in precedenza, in piena pianura Padana, tra borghi ricchi di castelli avvolti dalla caratteristica nebbia di primo mattino. Sono 153 i km che ci portano a varcare la soglia di casa.
GLI ESSENZIALI – Anno dopo anno abbiamo imparato a ridurre sempre più all’osso le dimensioni del bagaglio, in questo tipo di viaggio bisogna far posto al vero bagaglio, quello dell’esperienza. Proprio quest’ultima ci ha insegnati che è essenziale viaggiare in sicurezza, dunque, segnalando la propria presenza con luci e potendo contare sull’affidabilità di pneumatici come Pirelli Cinturato Velo grazie ai quali non abbiamo mai forato, neppure nei (pochi) tratti fuoristrada, molto stabili, anche sul bagnato, super robusti e con un battistrada leggero.
Altro must have sono gli occhiali, abbiamo scelto Rudy Project Astral e Kelion, lenti ad alte prestazioni, made in Italy, progettate per offrire la massima protezione e chiarezza visiva durante le attività sportive. Disponibili con la lente fotocromatica ImpactX, sviluppata appositamente per Rudy Project, si adattano automaticamente alle condizioni di luce, pur avendoli indossati per tantissime ore al giorno, è stato come non averli.