Valencia è velocissima anche nei 42,195 km. Anche tra le donne è un dominio keniano con la campionessa del mondo della mezza Peres Jepchirchir che impressiona con il quinto crono di sempre (2h17:16) sulla connazionale Joyciline Jepkosgei (2h18:40). Soltanto Kosgei, Radcliffe, Keitany e Chepngetich meglio della Jepchirchir nella storia.
L’azzurra Valeria Straneo (Laguna Running) non riesce nell’intento di centrare lo standard olimpico per Tokyo chiudendo la maratona in 2h37:04 (37esima) e l’altro azzurro Daniele D’Onofrio (Fiamme Oro) debutta in 2h15:40 (59esimo posto).
In perfetta tabella fino al venticinquesimo chilometro, con un passaggio alla mezza (1h14:17) che è in linea con quanto auspicato alla vigilia, la primatista italiana di maratona Valeria Straneo comincia però a soffrire nel segmento che porta al km 30 e deve rinunciare, almeno per oggi, alla prospettiva del “minimo” olimpico di Tokyo (2h29:30). Nella sua terza presenza consecutiva sulle strade di Valencia, a 44 anni, la vicecampionessa mondiale di Mosca 2013 e argento europeo di Zurigo 2014 dà fondo a tutte le proprie forze e riesce comunque a portare a termine la gara. Si comporta piuttosto bene Daniele D’Onofrio, 27 anni, campione italiano in carica della mezza maratona come la Straneo: transita a metà gara in 1h06:47 e completa dignitosamente la sua prima avventura sui 42,195 km, corsi in un contesto pieno zeppo di stelle della specialità, con misure anti contagio stringenti e in condizioni ambientali estremamente favorevoli (start intorno ai 7 gradi, al traguardo 13).
E se tra le donne la keniana Jepchirchir si migliora di oltre sei minuti e impreziosisce la propria fantastica stagione – già oro e record del mondo ai Mondiali di mezza a Gdynia – con l’arrivo in solitaria tra le opere architettoniche di Calatrava distanziando Jepkosgei e la namibiana bronzo mondiale di Doha Helalia Johannes (2h19:52), al maschile è superlativo lo spunto allo sprint di Chebet che spalla a spalla con Cherono si aggiudica il derby tutto keniano, dopo che la coppia si era smarcata dal più accreditato Legese in prossimità del passaggio al quarantesimo chilometro e in precedenza dal keniano Amos Kipruto (2h03:30).
STRANEO: “LE GAMBE NON GIRAVANO” – L’analisi di Valeria Straneo: “Obiettivo assolutamente non raggiunto – commenta dalla Spagna – non è stata giornata, ero già in difficoltà a livello muscolare dal quinto chilometro, le gambe non giravano come avrebbero dovuto, mi sentivo affaticata. Sono riuscita a rimanere in gruppo fino alla mezza, con ottimi passaggi, poi tra il 25esimo e il 30esimo ho perso contatto dal mio gruppo e ho pensato anche di ritirarmi perché ormai l’obiettivo era sfumato. Ma mi dispiaceva mollare dopo una preparazione così lunga e quindi, almeno, mi sono presa la soddisfazione di arrivare fino in fondo”. A mente fredda i ragionamenti saranno approfonditi, insieme al suo allenatore Stefano Baldini: “Non posso assolutamente dire che abbiamo sbagliato qualcosa nella preparazione – prosegue Straneo – evidentemente a 44 anni il mio fisico non riesce a smaltire i lavori come prima. Ora valuteremo, con molta tranquillità e la massima serenità, se è arrivato il momento di chiudere con l’atletica di alto livello, almeno per quanto riguarda la maratona”.
(Fonte Fidal)
Foto di @Giancarlo Colombo/Fidal