Ciao Cesare, grazie di avermi dato la possibilità di scrivere una breve testimonianza, circa l’emergenza epidemiologica da coronavirus, vissuta lontana dall’Italia, a 9 ore di fuso da voi.
Mi chiamo Matteo Colombo, sono anch’io un runner e da 3 mesi vivo a Menlo Park, una piccola comunità della San Mateo County, nella Bay Area di San Francisco (California).
Vivo con mia moglie, Maria Caterina, ricercatrice scientifica presso la Stanford University.
L’emergenza sanitaria COVID-19 qui è iniziata ufficialmente il 17 Marzo scorso attraverso un’ordinanza governativa dello stato della California, ove le contee interessate (compresa la nostra!) erano invitate ad attenersi alle misure cautelari medico-sanitarie varate (stay at home, social distancing and shut down delle attività commerciali non essenziali), con scadenza il 7 Aprile (anticipatamente estesa fino al 3 Maggio).
Le attività sportive outdoor non erano vietate (previo rispetto delle norme di social distancing descritte nell’ordinanza in vigore), ma da questa nuova estensione governativa con validità 1 Aprile/3 Maggio, anche queste ultime hanno subito ulteriori restrizioni (oltre alla chiusura di tutti i parchi pubblici ubicati nelle contee interessate). Sebbene non sia stato decretato il divieto assoluto (come in Italia), la corsa e le attività ricreative all’aperto possono svolgersi solo se circoscritte in un raggio di azione non superiore alle 5 miglia, rispettando il social distancing (anche se lo stay inside è l’invito più raccomandato!).
Personalmente penso e credo fortemente che correre in un contesto emergenziale, senza precedenti, come questo, sia controindicato e controproducente, sia per una questione di sicurezza personale, che dell’intera collettività; per non parlare poi dell’aspetto ludico-psicologico della “corsa come divertimento e benessere” che verrebbe a meno in questo periodo difficile.
A manforte di ciò, “gioco” ad allenarmi in casa, faccio esercizi funzionali a corpo libero, yoga e stretching (che considero la vitamina C per ogni atleta agonista), studio inglese e partecipo attivamente alle faccende casalinghe quando Maria Caterina è impegnata nel suo studio di ricerca.
Ad oggi la San Mateo County conta 538 casi positivi e 13 decessi, differente situazione nella vicina contea di Santa Clara (dove ha sede l’università di Stanford), che conta 1094 casi positivi e 38 decessi.
Gli Americani vivono questo momento con molta apprensione, ma con grande senso civico e responsabilità. Spendono sempre parole di grande solidarietà e incoraggiamento verso il nostro paese.
Ci uniamo anche noi al cordoglio verso i familiari delle vittime, il nostro pensiero a quanti stanno combattendo questa malattia, a voi tutti il nostro motto: “stay safe and take care!”.