In un anno che dal punto di vista del trail running verrà ricordato come quello dei record e dei tentativi di record, ricorrono i 15 anni di un’impresa che è entrata nella storia. Era il 7 agosto del 2005 quando Mario Poletti, atleta clusonese di caratura mondiale, allora 36enne, intraprendeva il viaggio sul Sentiero delle Orobie, completando gli 84 km con oltre 5.000 metri di dislivello in 8 ore 52 minuti e 31 secondi. Un sogno che si realizzava, un primato tuttora imbattuto, da Valcanale al Passo della Presolana.
«Il record – dice Mario Poletti – è stato fatto per portare a Bergamo il primo campionato del mondo di skyrunning a staffetta, Orobie Skyraid». Alla gara partecipò anche un certo Kilian Jornet, allora giovanissimo. Orobie Skyraid fu solo la prima delle 47 gare che Poletti, con la sua Fly-Up Sport, ha organizzato in 13 anni sul territorio provinciale.
Al di là dell’impressionante tempo cronometrico che Poletti fece registrare, ci sono alcune cose che oggi, a distanza di tempo, appaiono più chiare e nette. Nel 2005 il trail running, come disciplina podistica, era pressoché inesistente. Lui, skyrunner di prima classe, nel concepire il progetto del tentativo di record sulle Orobie, ha pionieristicamente fornito una propria interpretazione di quello che oggi viene considerato trail running. Ne riscontriamo infatti alcuni ingredienti fondativi: lunga distanza, dislivello considerevole, corsa in autosufficienza.
Ma non è finita qui. Se è vero che le gare di trail running sono diventate un fenomeno di massa, vale la pena ricordare la quantità di gente comune che quella domenica di 15 anni fa si assiepò sul percorso alpino per assistere all’evento tanto atteso e dall’esito per nulla scontato. Il Sentiero delle Orobie divenne nell’immaginario popolare un tracciato iconico, quello del “record del Mario”, un posto dove praticare regolarmente la corsa e appassionarsi al mondo delle gare di montagna.
Nel solco dell’impresa di Poletti si inserisce infine, ai giorni nostri, Orobie Ultra Trail, kermesse internazionale che ricalca in buona parte il sentiero da lui affrontato. Caratteristica sorprendente e preponderante di questa competizione, con partenza da Clusone e Carona e arrivo nel cuore della città di Bergamo, è la partecipazione sentita di centinaia e centinaia di concorrenti di provenienza locale.
Non si tratta di atleti nel vero senso del termine. Molti di loro, di fatto, non hanno mai corso nemmeno una maratona, ma sono a tal punto presi dalle sfumature epiche di questa sfida e soprattutto dal legame con le Orobie, da prendere parte alla gara e considerarla l’evento più importante di una lunga stagione e, talvolta, assegnarle il significato di un’intera vita sportiva.
Più lustri passano, più i contorni di quel sogno lungo quasi nove ore si fanno nitidi. Sono le complesse e profonde implicazioni che ci ritroviamo ad analizzare oggi a far assumere all’impresa di Mario Poletti un valore simbolico, culturale e affettivo a suggerire un punto di svolta nel rapporto dell’uomo con l’andar per montagne.
«Radicare una gara vuole dire in definitiva farla crescere a partire da un seme. Quel seme lì, sulle Orobie, si chiama senza dubbio Mario Poletti – così lo definisce l’alpinista e scrittore Emilio Previtali. – Qualcuno forse negli anni a venire, non senza fatica, potrà portargli via il record del Sentiero delle Orobie, ma nessuno mai potrà portargli via il merito di essere genitore di un movimento così grande. E per questo noi, a Mario, non diremo mai abbastanza volte grazie».
SERATA A SONGAVAZZO
In occasione di questo anniversario, sabato 1 agosto si terrà la serata “Il Sentiero delle Orobie e un sogno lungo 9 ore”. Oltre al protagonista Mario Poletti saranno presenti gli atleti che lo accompagnarono lungo gli 84 chilometri e l’imprenditore Giovanni Bettineschi che, con la sua Promoeventi, lo supportò a livello organizzativo. Della conduzione si occuperà Paolo Cattaneo, direttore tecnico di Orobie Ultra Trail. Appuntamento al ristorante La Baitella di Songavazzo alle ore 20.30, ingresso libero.
Per ulteriori informazioni consultare il sito www.fly-up.it.