Nel film “Miles to go”, in concorso nella XXVI edizione,
la montagna diventa teatro della lotta di un trail runner trans Perry Cohen
Valtournenche – La montagna ha il sapore del rifugio, di cornice sacra e inviolabile capace di tenere fuori disuguaglianze e discriminazione. Ma a volte può diventare teatro di una lotta per i diritti umani, come quella di Perry Cohen, trail runner transessuale, che sfida alcuni stati americani transfobici correndo con un gruppo di amici. “Miles to go”, titolo del film diretto da James Saunders che ne racconta la storia, è una delle cinquanta pellicole in concorso nella XXVI edizione del Cervino CineMountain, il festival del cinema di montagna in programma a Breuil-Cervinia e Valtournenche dal 29 luglio al 5 agosto.
Questa edizione porta sullo schermo la più stretta attualità affrontando uno dei temi più discussi: i diritti delle persone LGBTQ+, un mondo che sembra spesso distante da quello della montagna ma che proprio qui, dove le distanze e le differenze sociali si azzerano, Perry Cohen, protagonista di “Miles to Go”, trova terreno fertile per combattere la sua battaglia di trail runner trans negli Stati Uniti. Solo nel 2022 sono state avanzate oltre 300 proposte di legge anti LGBTQ+ negli USA. Cohen si rifiuta di accettare la situazione e forma una squadra di corridori che si identificano come uomini transgender, con l’obiettivo di essere sempre più visibili, e competere orgogliosamente in gare negli Stati che propongono e approvano leggi discriminanti.
“Se riesci a dare un volto, un corpo e un’identità a ciò che è trans, si abbattono molti presupposti e attacchi“, afferma Cohen. “All’improvviso, hai parlato con una persona trans, conosci una persona trans, hai incontrato una persona trans e indovina un po’? Sono proprio come te e me”.
“Miles to Go”, prodotto da Spruce Tone Films, e in gara nella nuova sezione VERSANTE SPORT, del Concorso Internazionale del Cervino CineMountain, condivide la storia del team e afferma la libertà di essere se stessi (anche) attraverso il trail running. Il regista James Saunders afferma di essere grato di vedere un cambiamento nella narrazione delle persone trans. “È raro vederci riflessi come gli esseri umani complessi, capaci, potenti e gioiosi che siamo“, afferma. “Spero che siamo stati in grado di condividere parte di questo, non importa quanto piccolo, con coloro che guardano il film“.
Il festival apre una nuova finestra sulla montagna e sulle sfide al limite, metafora di sfide sociali contemporanee, e teatro neutrale di riconoscimento e rivendicazione dei propri diritti.