Ben prima dell’alba, nel cuore della notte, la riva del lago di Livigno ha preso vita, grazie all’entusiasmo dei partecipanti al triathlon più duro del Mondo, che sono arrivati nella località valtellinese da ogni angolo del Pianeta. Una tensione palpabile, frutto del lungo percorso di avvicinamento, ha accompagnato i partenti fino al suono della sirena del via, lasciando poi che il gruppone si perdesse nell’oscurità di un lago dalle temperature semi-proibitive. Acqua a dodici gradi per una frazione da brividi, resa indimenticabile anche dalla luce delle boe segnaletiche agganciate al corpo di ogni atleta, che nell’incedere delle bracciate sembravano quasi farsi inghiottire dal buio dal lago.
Un’ora dopo tutti gli altri, mentre i migliori completavano la propria frazione a nuoto, partiva anche Giulio Molinari, atleta di casa, protagonista di Hour Icon, iniziativa benefica a favore dell’associazione no-profit “Il sorriso di Carlotta”, che ha trasformato ogni sorpasso di Giulio in una donazione, per una rimonta tutta adrenalina e solidarietà.
I primi raggi del sole hanno finalmente fatto scintillare l’acqua del lago, accompagnando le ultime fatiche natatorie dei concorrenti, e scaldandoli in vista del primo cambio e della lunga strada da percorrere in bici. 197 chilometri, oltre 5000 metri di dislivello, conditi da numerosi passi e scalate da compiere, con il picco dei 100km/h toccati in discesa sullo Stelvio, per un segmento di gara molto tecnico e terribilmente impegnativo.
Dopo aver superato 19 atleti già nella frazione in acqua, Molinari ha impostato un passo gara serratissimo anche in sella alle due ruote, riuscendo nella parte centrale, a ricongiungersi con il gruppetto dei migliori, guidato da Martin Hauf, Cristiano Tara, Thomas Vanhersecke e Jacco LanGermaniaak. Unico atleta mancante, l’italiano Francesco Bartolini, rimasto solo, in fuga solitaria, in testa al gruppo, lanciato verso il Passo dello Stelvio.
Ma oggi nulla avrebbe potuto mettersi tra Giulio e la vittoria, con il sorpasso finale concretizzatosi in zona Valdidentro, che ha lanciato Molinari verso il secondo e ultimo cambio di Trepalle e una maratona conclusiva vissuta in completa solitaria. Suggestivi i passaggi nel centro cittadino dove, pur nel rispetto delle norme anti-covid, non sono mancati gli incitamenti e il supporto per gli atleti ormai stremati da parte dei passanti e dei tifosi.
Ultima fatica, per Molinari e per il resto dei concorrenti, è stata l’ascesa al Carosello 3000: con i chilometri finali, in forte pendenza, che si sono trasformati in una vera e propria impresa. Al traguardo, dopo il passaggio sotto l’arco di Icon è finalmente festa per l’atleta di casa, che chiude in 13:39:53 (a cui sottrarre l’ora attesa in partenza) riuscendo così nel doppio obiettivo della vigilia: vincere la gara, bissando il successo 2019, e raggiungere la massima somma possibile da devolvere in beneficienza. “Questa è casa mia, non mi sono risparmiato un singolo metro e ringrazio i partner che hanno permesso di raccogliere 9mila euro per la Fondazione” sono state le sue prime parole appena passato il traguardo. Completano il podio finaleLangerack Jacco (Ned) e Hauf Martin (Ger).
Prima tra le donne, invece, l’Austriaca Wiestner Lisa che ferma il cronometro a 15 ore esatte. Ma i complimenti vanno estesi a tutti coloro che sono riusciti a terminare la gara, una delle più spettacolari e impegnative al Mondo, progettata e pensata apposta per mettere gli atleti di fronte ad un viaggio interiore senza eguali. L’appuntamento, per loro e per tutti gli altri, è all’edizione 2022.