Marco Rocca, a capo del progetto Enda Italia: “Le Enda sono per chi vuole sentirsi parte di un progetto che mira alto, ma all’interno del quale i concetti di sostenibilità e di solidarietà hanno letteralmente i piedi per terra”
Da oggi sono disponibili nei negozi specializzati running italiani le calzature Enda, il primo marchio di scarpe da running ‘made in Kenya’, scarpe con il preciso scopo di far correre i runner in maniera efficiente e per sentirsi proprio come i mitici corridori keniani.
Tradotto dallo Swahili, Enda significa “Vai!”. Il brand è nato nel 2016 grazie a una campagna di crowdfunding alla quale hanno aderito anche affermate star di Hollywood, tra cui l’attrice keniota Lupita Nyong’o, premio Oscar per “12 anni schiavo”, e Winston Duke, il cattivo di “Black Panther”.
LO STILE ENDA – Il simbolo che campeggia sul logo delle Enda è la punta di una lancia, adattata proprio dalla bandiera keniana, e che costituisce il vessillo dell’identità nazionale del Paese africano, mentre alcuni dettagli (ad esempio gli occhielli per i lacci o la linguetta sul tallone) richiamano, di nuovo, i colori del paese della Rift Valley. Correre alla keniana per Enda significa tornare alle radici di uno dei gesti più antichi dell’uomo e assecondare l’appoggio naturale del mesopiede. Ogni calzatura Enda, quindi, è concepita per una specifica tipologia di corsa.
Le scarpe Enda vengono create dall’ufficio stile a Nairobi e interamente assemblate a Mombasa. Fin dalle primissime versioni sono stati inseriti una serie di sottili elementi che rimandano immediatamente al loro essere made in Kenya. Nei modelli della stagione Estate 2021, infatti, i colori prendono ispirazione da alcuni tra i piumaggi dei più caratteristici uccelli del Kenya e sono presenti richiami ai colori della bandiera nazionale (rosso e verde) sugli occhielli dei lacci. Inoltre, sulla suola un disegno riproduce fedelmente la mappa topografica della Great Rift Valley, mentre la scritta Harambee (“Tutti insieme”, che è poi il motto nazionale del Kenya) vuole comunicare lo spirito di condivisione di un progetto che va decisamente oltre la corsa.
“La sfida più grande per noi è quella di poter avere l’intera filiera in Kenya – spiega Marco Rocca, artefice dell’arrivo di Enda in Italia -. Dobbiamo ancora portare qui i materiali per la produzione, e questo ci pone dei limiti in termini numerici rispetto ai grossi brand che fanno tutto in Estremo Oriente, ma la nostra vocazione è quella dei maratoneti e quindi contiamo di arrivare vittoriosi ai nostri traguardi. Le Enda sono delle scarpe per chi ama correre e per chi vuole sentirsi parte di un progetto più grande. Un progetto che mira alto ma all’interno del quale i concetti di sostenibilità e di solidarietà hanno letteralmente i piedi per terra”.
Non è un caso che Enda sia l’unico marchio di scarpe da running al mondo ad aver ottenuto la severissima certificazione internazionale B Corp, che ha riconosciuto l’altissimo grado di impatto sociale del progetto: quello sullo sviluppo economico grazie alla creazione di posti di lavoro, sia direttamente in azienda che nell’indotto, e quello di supporto alle comunità locali attraverso la Enda Community Foundation (una parte del prezzo di acquisto delle scarpe a sostenere dei progetti educativi in Kenya). A ciò si aggiunge la riduzione dell’impatto ambientale che fa di Enda le prime scarpe da corsa al mondo a impatto zero (certificazione Climate Neutral).
LE CALZATURE – Il primo modello lanciato da Enda si chiama Iten, e prende il nome dalla cittadina della Rift Valley dove negli ultimi 30 anni sono cresciuti e si sono allenati i più forti maratoneti al mondo. Collocata a 2400 metri sul livello del mare, Iten è la sede della St Patrick’s High School, autentica fabbrica keniana dei campioni della corsa, da Dennis Kimetto a Eliud Kipchoge alla nuova primatista mondiale Brigid Kosgei, solo per citare i più famosi.
La calzatura di punta è la Lapatet (che in lingua Kalenjin, la più parlata dagli atleti kenioti, significa correre), pensata per correre a lungo sia su sterrato che su asfalto. Dotata di un’ottima capacità di ammortizzazione, la Enda Lapatet ha una tomaia “booty knit” simile a un calzino che la rende estremamente comoda e confortevole mentre i rinforzi interni forniscono stabilità alla struttura e il supporto necessario al sistema di allacciatura. Per la maggior parte dei corridori è l’unica scarpa di cui avranno bisogno, sia per le corse di tutti i giorni che per i “lunghi” del fine settimana.
Il terzo modello, la Koobi Fora, dal nome di un importante sito archeologico nei pressi del lago Turkana nel nord ovest del Kenya, dove sono stati rinvenuti i più antichi fossili appartenuti all’Homo Rudolfensis, è una calzatura rivolta a tutti gli amanti del trail. Dotata di un grip più aggressivo per far presa sui terreni più impervi la scarpa ha una tomaia che nel suo strato anteriore è resistente all’acqua mentre la parte posteriore è ad asciugatura rapida e autodrenante.
Le calzature sono disponibili nei negozi specializzati running italiani (Clicca QUI per il negozio più vicino).