L’ex campione europeo di maratona si è spento domenica
Soffriva di demenza da diversi anni
Il campione britannico di maratona Ron Hill è morto domenica all’età di 82 anni. Hill aveva molti successi a suo nome, sia dentro che fuori dal campo di gara, comprese le vittorie alla maratona di Boston e ai Giochi del Commonwealth e la creazione del marchio di abbigliamento da corsa Ronhill. Hill ha gareggiato per la Gran Bretagna in tre Giochi Olimpici separati, a partire da Tokyo nel 1964 e nel 1965, ha inciso il suo nome nei libri di storia, battendo un paio di record mondiali della leggenda della corsa ceca Emil Zatopek in una gara, prima a 15 miglia (1: 12: 48.2) e poi oltre 25.000 m (1:15: 22.6).
Pochi anni dopo, Hill fu escluso dalla maratona britannica alle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico, ma gareggiò sui 10.000 m, migliorando le sue prestazioni rispetto a quattro anni prima e piazzandosi settimo. Nello stesso anno, ha battuto altri due record mondiali, entrambi su 10 miglia, prima correndo in 47:02.2 e poi 46:44.0. Nel 1969, Hill corse a una delle più grandi vittorie della sua carriera, conquistando il primo posto ai Campionati Europei di Maratona di Atene. Nel 1970, Hill aggiunse al suo curriculum le vittorie alla maratona di Boston (dove stabilì il record del percorso con una corsa di 2:10:30) e ai Giochi del Commonwealth di Edimburgo. dove vinse in 2:09:28, secondo uomo a battere 2:10 nella maratona. Nel 1971 Hill ha vinto il bronzo ai Campionati Europei di Helsinki, e ha chiuso la sua carriera olimpica nel 1972 a Monaco, dove si è piazzato sesto nella maratona. Dopo la sua straordinaria carriera come élite, Hill non ha smesso di correre e ha invece stabilito un record mondiale correndo per 52 anni e 39 giorni fino a doversi prendere una pausa a 78 anni dopo aver accusato dolori al petto durante una corsa.
Ron Hill ha ispirato generazioni di corridori e, come ha detto Seb Coe, presidente di World Athletics ed ex olimpionico britannico in seguito alla notizia della scomparsa di Hill, “Il suo contributo alla classica distanza è immenso“.