C’è una foto che già di per sé dice tutto di che cos’è stata la Pisa Half Marathon 2020: è la foto della partenza, con i corridori incanalati in fila, distanziati l’uno dall’altro, con la mascherina indossata. E’ la dimostrazione pratica che anche un grande evento come la classica pisana si può allestire nel pieno della pandemia, quando tutti coloro che vanno a costruire quel particolare ingranaggio che è una corsa podistica, in primis i partecipanti, collaborano. Molti erano scettici alla vigilia, pensando che fosse impossibile allestire una grande mezza maratona (2.000 i podisti coinvolti contemplando anche quelli che hanno optato per la Pisa Ten agonistica e non), la risposta è arrivata in una fredda mattinata di ottobre, con condizioni climatiche difficili ma un clamoroso entusiasmo e voglia di correre, che stava a significare voglia di tornare alla normalità.
Dal punto di vista tecnico, la gara non è sfuggita ai corridori africani com’era preventivato alla vigilia, ma è stata soprattutto la prova femminile ad assumere contorni di grande rilevanza. Pur in condizioni non ideale la burundiana Francine Niyomukunzi ha fatto fermare i cronometri su un notevole 1h13’00”, finendo a meno di un minuto dal record della corsa della marocchina Janat del 2013. Netta la sua vittoria nei confronti della connazionale Cavaline Nahimana (#iloverun Athl.Terni), staccata di 1’08”, terza Sarah Giomi (Cus Pro Patria Milano) in 1h18’09”. Successo burundiano anche fra gli uomini grazie a Jean Marie Vianney Niyomukiza (Atl.Calvesi), uno dei corridori più vittoriosi dalla ripresa dopo il lockdown: 1h’05’58” il suo tempo finale, con 21” su Salvatore Gambino (DK Runners Milano) e 50” su Antonino Lollo (Atl.Bergamo 1959), vincitore della maratona pisana nel 2017.
Nella Pisa Ten è emerso Maurizio Cito (T.Lab) in 32’26”, davanti a Alessio Malfagia (Pod.Lino Spagnoli/33’07”) e Adriano Curovich (Pod.Castelfranchese/33’07”). All’umbra Silvia Tamburi (Atl.Avis Perugia) la vittoria in campo femminile in 36’18”, alle sue spalle Ilaria Lasi (Atl.Vinci/37’45”) e Antonella Altea (Cagliari Marathon Club/38’21”).
Ancora una volta fa festa l’Associazione Per Donare la Vita Onlus, primo motore della manifestazione, che si occupa della donazione di organi e tessuti a scopo di trapianto e alla quale sono destinati tutti gli introiti della mezza maratona. Organizzare questa edizione non era per nulla facile considerando il momento che tutto il mondo sta vivendo e l’Italia in particolare, per questo ancor più che in passato è sentito il ringraziamento per il Comune di Pisa, la Prefettura e la Questura, che hanno attivamente collaborato alla sua riuscita, ma anche alla Fidal che ha sempre creduto nel progetto. Senza dimenticare l’Università di Pisa, che ha messo a disposizione gratuitamente i musei del Sistema Museale di Ateneo.