Mercoledì 15 luglio alle 18.20, dunque in pieno giorno, una donna è stata aggredita mentre passeggiava con il suo cane al Monte Stella a Milano, la mitica ‘montagnetta’ dei milanesi e dove da decenni tanti campioni costruiscono le loro vittorie. Francesco Panetta, Alberto Cova e tanti altri hanno speso migliaia di chilometri su questi sentieri e salite adiacenti alla pista del campo XXV Aprile. Un posto, ancora oggi, frequentatissimo da sportivi e da passeggiatori.
CHI E’ STATO – Dalla ricostruzione dei fatti, la donna stava passeggiando con il suo cane quando, intorno alle 18:20, è stata aggredita alle spalle da un uomo che ha abusato di lei dopo averla trascinata dietro la scuola primaria Martin Luther King.
Dopo la violenza, l’uomo si è allontanato e la donna ha chiesto aiuto a un runner di passaggio che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e dei soccorsi che hanno trasportato la vittima alla clinica Mangiagalli dove i medici hanno accertato la violenza.
Grazie all’ausilio delle telecamere di sorveglianza, l’indagine ha portato al fermo di un 24enne africano la cui colpevolezza è stata confermata attraverso l’esame del DNA.
L’accaduto suscita orrore e sgomento oltre che tanta paura nella comunità che frequenta i parchi. Accanto alla reazione di solidarietà nei confronti della donna, infatti, moltissime donne hanno espresso il loro profondo malcontento per lo scarso presidio del territorio per giunta in un parco molto frequentato a tutte le ore da runner, ciclisti e gente che passeggia con il proprio cane.
SEMPRE VIOLENZA – Nel mese di maggio due donne che stavano praticando jogging sono state vittime dello stesso reato, una 45enne di Sassari, violentata da un 16enne tunisino, e l’altra, una 60enne coreana a Roma, fortunatamente salvatasi dalle grinfie di un 33enne etiope grazie all’intervento dei passanti.
Prima che insorgano polemiche relative alla nazionalità degli stupratori citati, ricordiamo che nel 2016 un medico 44enne milanese è stato arrestato in quanto molestava sistematicamente donne che praticavano jogging al Parco Lambro di Milano nascondendo la testa in un casco da moto.
Il tema della sicurezza per le donne che corrono è da sempre molto sentito, al punto che alcune sono organizzate in gruppi e che qualche anno fa la società Women In Run, presieduta da Jennifer Isella, ha organizzato una serie di flash mob contro la violenza sulle donne e per rivendicare il diritto alla sicurezza. Correre, quindi, non solo per raggiungere un traguardo ma anche per sconfiggere soprusi che derivano, anche, da sensi di frustrazione maschile in un’epoca in cui le donne riescono a raggiungere finalmente e giustamente traguardi a loro un tempo vietati. Correre come sfida e come resistenza in tutti i sensi.