E’ il naviglio meno cool della città meneghina, l’Alzaia Naviglio Martesana, conosciuto anche come Naviliett è lungo 38,7 km e collega il centro di Milano con il fiume Adda e l’ecomuseo di Leonardo. Poco a che fare con la movida milanese e facilmente raggiungibile (grazie alla linea metropolitana n. 2 verde ed il fatto che attraversa molti comuni), il Naviglio Martesana rappresenta chilometri di dolce strada ciclo-pedonale, che ospitano quotidiane passeggiate, cani felici, ciclisti, pedoni, marciatori, nordic walkers, runners, pattinatori, bambini e famiglie, alla ricerca di un’oasi di pace, di verde e di natura e tanti lavoratori che usano la bicicletta mezzo ecosostenibile per raggiungere il centro città da paesi dell’hinterland quali Cologno Monzese, Vimodrone, Cernusco, Cassina de Pecchi e tanti altri…
QUELLO CHE C’E’ – Non mancano aree giochi per bambini, percorsi vita, strutture che soddisfano il desiderio di chi voglia navigare o percorrerlo in canoa, gazebo, panchine e aree dedicate al picnic. Tanta la fauna che ha trovato il proprio habitat in questa oasi, aironi, tartarughe di fiume, anatre, pesci, leprotti, conigli selvatici e tanto altro ancora e a far da cornice la natura (quasi sempre) ben curata e tanti “arredi” naturali, come panchine e tavoli ricavate da alberi.
BRUTTE SORPRESE – Ci sono tutti gli ingredienti perché questa arteria per il movimento e l’immersione nella natura meritino solo un plauso. Ma, come spesso accade, non è così. A chi, come me, percorre al passo di corsa, allenandosi, tutti i giorni, il tratto che collega Milano Via Padova a Cernusco sul Naviglio, il Naviglio Martesana riserva parecchie brutte sorprese, alcune persino insidiose.
ZECCHE E PARASSITI – Subito in via Idro, ai confini del Comune di Milano, prima di incrociare il ponte di ferro sul fiume Lambro, c’è un vecchio campo Rom, in disuso (non totalmente) da qualche anno, diventato oggi sede di scarico della pattumiera di grandi dimensioni, pronto ad ospitare materassi, vecchi elettrodomestici, montagne di plastica, divani e tanto altro. Per giunta, il campo non è mai stato “bonificato” ed è, quindi, il posto giusto per contrarre infezioni e parassitosi. Va detto che almeno non si fanno (quasi) più brutti incontri. Da anni si parla di costruire una piscina, un vero impianto sportivo, ma una ruspa ancora non si è vista.
L’ATTRAVERSAMENTO DELLA MORTE – Proseguendo sul nostro percorso incontriamo un ponte di ferro (sopramenzionato), sempre viscido alla prima notte umida ed in successione pochi metri dopo un sottopasso della tangenziale est di Milano in pessime condizioni. Un sottopasso pronto a crollare a breve e spesso intransitabile quando piove per via delle tante infiltrazioni. Per giunta il comune di Cologno Monzese dimentica di provvedere alla manutenzione della siepe all’uscita del sottopasso, col risultato che in estate le piante riducono pericolosamente le dimensioni di un tratto già stretto di questa ciclopedonale che comunque è molto frequentata. Passi per questo ma pochi metri dopo incontriamo un attraversamento pedonale pericolosissimo, parliamo di Via Milano del Comune di Cologno Monzese. Gli automobilisti di oggi sono troppo distratti da telefoni e selfie viaggianti per rispettare le strisce pedonali e capita troppo spesso di non essere affatto notati mentre si tenta di attraversare. Nessun semaforo lampeggiante per le auto in arrivo, sempre troppo veloci, a ricordare che c’è un attraversamento di una importante e frequentatissima arteria ciclopedonale come il Naviglio Martesana. Parliamo di migliaia di persone ogni giorno, a tutte le ore, dall’alba al buio della sera. Niente semafori, niente dossi artificiali dissuasori della velocità, il rischio è davvero mortale. Poco più di un km più avanti verso Vimodrone, all’incrocio successivo (viale Piave-Vimodrone), è presente un validissimo semaforo che previene questo tipo di situazioni, non sarebbe difficile installarne uno anche sulla via Milano a Cologno, trattandosi di una strada sulla quale gli automezzi transitano piuttosto velocemente.
NO FONTANELLE – Annoso il problema della presenza di bagni e fontanelle. Chi trascorre una giornata al parco, magar un intero pomeriggio con bambini al seguito, avrà pur bisogno dei servizi igienici e se si tratta di famiglie che vogliono consumare un picnic sarà anche necessario avere a disposizione una fonte di acqua potabile, niente di straordinario: una fontanella, una semplicissima, freschissima, classicissima fontanella. Per bere, per potersi lavare le mani o abbeverare il proprio cane. Non c’è. Zero. Niente di niente. Una fontanella in tutto il Parco Viale Martesana con aree cani, diversi parchi giochi dei bambini in poche centinaia di metri, non c’è. C’era, ma non funziona.
Da sempre durante l’inverno moltissime fontanelle vengono chiuse, per evitare che l’acqua vi si congeli all’interno, ma d’estate questo non era mai accaduto. Nel comune di Vimodrone quest’inverno è stata sradicata una fontanella (precedentemente da poco sostituita) sita nei pressi di un’area attrezzata per svolgere della ginnastica all’aria aperta. A circa 500 m di distanza ve ne era un’altra in un’area giochi per bambini (viale Piave a Vimodrone nei pressi dell’Asilo Comunale), sempre circondata da un pantano indecoroso, considerando che i fruitori dovrebbero, anzi sono, essere dei bambini. Nessuna delle due al momento è funzionante, con oltre 30°C è veramente rischioso non avere a disposizione una fonte di acqua potabile.
Sì è rischioso, pericoloso, migliaia di persone ogni giorno sono senza una fontanella d’acqua. Parliamo di bambini, anziani che potrebbero avere un malore o un colpo di calore, persone in bicicletta o che fanno jogging. Si passa da Milano Via Padova (piazza Costantino) a Cernusco sul Naviglio, un percorso di circa 7km, senza alcuna fontanella d’acqua. Pericoloso, oltre che incivile e non degno di una città e provincia di Milano che si fregia quotidianamente di essere l’unica città italiana dalle movenze europee…forse i nostri politici anche locali non sono mai stati in vacanza in un parco olandese, tedesco o francese.