Con le Olimpiadi di Tokyo 2020 (rinviate al 2021), i Campionati Europei di Parigi annullati e (quasi) nessuna vera competizione alle porte, gli atleti si sono ritrovati chiusi in casa e senza concreti obiettivi. Quegli stessi obiettivi che li guidano verso lo stato di forma perfetta al momento giusto.
Relax, quindi, almeno mentalmente, per molti… ma non per tutti. Moltissimi hanno continuato ad allenarsi trsaformandolo in un gioco, partecipando ad edizioni virtuali di “gare” che hanno dato risultati spesso sorprendenti, pochissimi hanno avuto l’opportunità di gareggiare in competizioni ristrette e ai più incalliti è venuta l’idea che ha trasformato di nuovo lo sforzo in obiettivo, quella di tentare di battere il primato nella propria specialità.
Pioggia di primati in arrivo?
Per ora hanno aperto le danze gli Impossible Games con Karsten Warholm che ha corso da solo i 300 m ostacoli in 33.78, nettamente sotto il suo stesso 34.26; è poi entrata in scena la famiglia Ingebritsen con Jakob che ha largamente strapazzato il record europeo dei 2000 m di Steve Cram (4:51.39) chiudendo in un sensazionale 4:50.01 (nono crono assoluto all-time e sesto performer di sempre) e suo fratello maggiore Filip che nei 1000 metri ha stampato il crono più veloce dell’anno e primato nazionale norvegese con 2:16.46, seppur lontano dal primato del meeting che è anche il record mondiale di Seb Coe (2:12.18 nel 1981).
Stessa fortunata serata in cui Therese Johaug ha fatto segnare nei 10000m il suo personale in 31:40.67 e miglior prestazione mondiale dell’anno; a fine meeting arriva anche un primato europeo sui 25.000 metri, centrato dall’ex recordman europeo di maratona Sondre Nordstad Moen, che in 1h12:46.5 ha migliorato di oltre un minuto il limite di 1h13:57.6 detenuto dal tedesco Stephane Franke (Walnut, 30 marzo 1999).
Venerdì 4 settembre in occasione del 44esimo Mémorial Van Damme potremmo assistere allo sgretolamento del record dell’ora in pista. Al maschile il quattro volte campione olimpico Mo Farah attaccherà i 21.285 km di Haile Gebrselassie. Al femminile Ababel Yeshaneh, neo-primatista mondiale di mezza maratona e Birhane Dibaba sono intenzionate a polverizzare la msiura di Dire Tune di 18.517 km.
Dalla pista alla salita, con Franco Collé che ha stabilito il nuovo record di salita e discesa dal Monte Rosa partendo dal centro di Gressoney la Trinité. Per lui un crono di 4h30’45” che sgretola di 14’15” il precedente primato di Bruno Brunod. Ancora in montagna con Luca Manfredi Negri che è partito alle 10 di sabato da Piazza Palabione (1200mslm) e ha risalito e ridisceso al pista C sino alla malga Palabione (1700mslm) per stabilire il nuovo primato mondiale di 17.000 m, strappandolo al finlandese Juha Jumisko che lo deteneva con 16.054 m.
Tentativo fallito per Davide Magnini (che ha già detto che ci riproverà) che avrebbe voluto coprire la Bormio-Stelvio, cioè i 34 tornanti che separano il centro di Bormio (1.225 mslm) dal Passo dello Stelvio (2.758 mslm), in meno di 1h31’21”, tempo che appartiene a Giuliano Battocletti.
Nei confini di casa nostra Yeman Crippa ha abbassato il suo primato personale sugli 800 m con 1.48.65, sebbene non ufficiale e fanno ben sperare le parole di Filippo Tortu che con il suo 9”99 sui 100 m è l’italiano più veloce di sempre e punta ad abbassarlo a Rieti il 4 luglio, nonché a diventare il bianco più veloce in assoluto di sempre se dovesse battere il 9″92 di Cristophe Lemaitre…