Mancavano meno di 2 km quando, dopo 7 giorni e oltre 350 km di corsa, Corey Cappelloni è stato accolto da una folla in festa (seppure a distanza, come previsto dalle norme) al suo arrivo a Scranton, in Pennsylvania. Cappelloni era partito da Washington il 12 giugno per andare a far visita a sua nonna 98enne, Ruth Andres, che si trova in una casa di cura e riabilitazione. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, Cappelloni era rimasto in contatto telefonico stretto con la nonna la quale gli aveva più volte detto di avere il timore di non rivederlo più.
L’affetto che lo lega alla nonna lo ha fatto sentire in dovere di fare qualcosa, così all’inizio dell’emergenza le inviava regali settimanalmente, come libri di fotografie e illustrati ma sapeva che avrebbe dovuto trovare il modo di riabbracciarla. E così la fidanzata di Cappelloni ha avuto l’idea di andare a far visita a nonna Ruth di corsa, idea alla quale è stata poi associata una raccolta fondi per la casa di cura dove è ricoverata Nonna Ruth ratori. Prima che se ne rendessero conto, Cappelloni e la sua fidanzata avevano intrapreso questa avventura, finita con una conversazione tra nonna e nipote attraverso la finestra. “Non credo che ci sia una gara da fare che sarebbe più memorabile o più significativa di così“, ha detto Cappelloni “penso che questo sarà il momento clou della mia carriera di corsa.”