di Cesare Monetti
Ci siamo quasi, ancora poche ore alle prime aperture del giorno 27 di alcune regioni o comuni, ancora pochi giorni al fatidico 4 maggio per la maggioranza degli italiani: via libera!
Due mesi buoni di reclusione dove ci siamo organizzati al meglio che potevamo con allenamenti casalinghi tutta muscoli, pesi e forza e stretching e Yoga e Pilates. Tutti in gruppo sui social. Ancora bruciando i tapis roulant e asfaltando balconi come non ci fosse un domani. O perchè no, scale di condomini prese d’assalto sognando sentieri di montagna e dislivelli. Abbiamo preso insulti, siamo stati sbeffeggiati, presi a cazzotti, fotografati, filmati, rincorsi con elicotteri, droni, moto e quad che manco fossimo spacciatori e latitanti, assassini o rapinatori.
Abbiamo litigato sui social nervosi come non mai, milioni di commenti poco rispettosi delle idee e punti di vista altrui, una comunità, quella nostra dei runner, che ha dato davvero il peggio di sé stessa in tante occasioni.
Ma che si è anche prodigata in centinaia di iniziative benefiche e di solidarietà con raccolta fondi da destinare a strutture ospedaliere e tanto altro, centinaia e centinaia di migliaia di euro raccolti. Soldi veri. Soldi già girati a chi servivano. I runner hanno anche dimostrato un grande cuore con fatti immediati, fantasiosi e concreti. Abbiamo saputo mantenere la rotta, nessuno ci ha difeso dall’alto, le Istituzioni sono state in un assordante silenzio, e così abbiamo deciso di fare da noi. L’arrivo era lontano, ma noi sappiamo che le gare sono lunghe e faticose. Sappiamo soffrire.
E ora? Via libera. O quasi. Con tante, tante diversità rispetto a prima, che si chiamano tecnicamente limitazioni. Distanziamento sociale, mascherine sì o no (SPERIAMO DI NO!!!), niente gruppi, niente assembramenti, più o meno vicino a casa e tante altre norme.
C’è un però, qualcosa di basilare: le regole che ci imporranno non saranno mai esaustive. Troveremo sempre in ogni dove e in ogni modo un po’ la scappatoia. Perchè sono regole momentanee e dettate in maniera univoca per gestire 60milioni di persone. Impossibile fare la legge perfetta.
CIVILTA’ – E allora serve oggi fare una cosa: essere il meglio di noi. Dimostrare il meglio di noi stessi. Usare educazione massima, rispetto per gli altri che di conseguenza se tutti la attuano diventa educazione anche verso noi stessi: quello che diamo, riceviamo. E’ sempre così, ad esempio quello che diamo in allenamento…lo riceviamo in gara!
Si chiama serenità, tranquillità. Calma.
Non dovremo strafare, cerchiamo di evitare orari e luoghi affollati, cambiamo orario, giorno, posto, strada. Saremo tanti, 21milioni di sportivi tesserati di tanti tipi di sport potranno solo correre. Runner non veri come diciamo noi, ma gente che gioca a basket, volley, calcio, rugby e tanto altro che potrà solo e solamente CORRERE.
Quindi comportiamoci bene. Non sputiamo per terra, stiamo a 2 metri e se dobbiamo sorpassare pedoni, bambini in bici, gente ‘normale’ se possibile passiamo anche a 5-6-10 metri lontani.
Se ci fermiamo al semaforo, alla fontanella, al parcheggio dopo la gara, mettiamo subito, immediatamente la mascherina. Che poi tanto è quello che dovremo fare nelle gare per un bel po’ di mesi appena riprenderanno.
In una singola e sola parola, che deve essere il nostro mantra ora e per sempre CIVILTA’. Solo così potremo tornare molto molto prima alla vera, grande libertà a cui eravamo abituati e che abbiamo imparato ora non è poi così da tenere come scontata.
Quindi sì: EDUCAZIONE E CIVILTA’. ORA E SEMPRE. QUESTO E’ IL RUNNER DEL NUOVO DECENNIO. Non facciamoci riconoscere…dimostriamo che noi RUNNER siamo grandi