di Cesare Monetti
Italiani popolo di santi, navigatori, poeti e…maratoneti. Già perché dopo Boston ne abbiamo la prova definitiva: siamo uno dei popoli, quanto meno europei, più forti. Certo non siamo i più numerosi, ci limitiamo all’esiguo numero di 34mila finisher in un anno sulla 42km, però tra questi abbiamo alcune punte che meritano e meriterebbero ancora più attenzione e rispetto.
TOP RUNNER – Negli italici confini abbiamo niente meno che Daniele Meucci, il campione europeo di maratona in carica nonché il secondo europeo nelle graduatorie mondiali di questa prima parte del 2015 dietro solo all’ucraino Oleksandr Sitkovskiy. Al femminile Valeria Straneo che ancora non si è espressa in maratona in questo 2015, negli ultimi due anni ci ha regalato grandi emozioni con l’argento mondiale nel 2013 e quello europeo l’anno scorso.
MASTER…MONDIALI – E poi? Poi abbiamo i due master più forti al mondo come Boston ha decretato. Negli MM40 Danilo Goffi ormai non più professionista da qualche anno e con ben 42 anni sulle spalle ha chiuso una difficile e tecnica maratona come quella di Boston in 2h18’44”, un minuto in meno di New York dell’autunno scorso dove, è bene ricordarlo, con 2h19’43” finì a soli 7 minuti di ritardo dal vincitore piazzandosi come primo maratoneta europeo. E’ dal 1991 che Goffi fa gare e maratone di alto livello e ancora sorprende la sua dedizione, la sua voglia totale di rimettersi in gioco come fosse un ragazzino.
Un altro ragazzino ‘eterno’ sembra essere Said Boudalia. E’ vero, non è italiano poiché di sangue marocchino, ma lavora, vive e si allena in Italia ed è naturalizzato italiano dal 2005. Quindi…è uno dei nostri. Anche lui a Boston ha vinto il premio come migliore della categoria MM45. 30° assoluto sul traguardo in 2h24’49”.
EVERGREEN – Nello stesso fine settimana grande prestazione di Giovanni Gualdi terzo assoluto a Padova in 2h16’15”, un crono di tutto rispetto per un ex professionista e volendo ben guardare anche la prestazione di Rotterdam di una settimana fa di Carmine Buccilli primo italiano in 2h16’44”. Anche Carmine è bene ricordarlo non è professionista e i suoi 180km settimanali d’allenamento se li spara tra l’alba ed il tramonto inoltrato quando lavoro e famiglia lo permettono.
NON CI SIAMO – In tutto questo, che credo non sia affatto poco, troviamo grande risalto, titoli dei giornali, notizie ufficiali per Domenico Ricatti che termina in 2h18’23” come nono assoluto la maratona di Hannover. Ricatti è nel gruppo sportivo dell’Aeronautica e dunque ha la possibilità nonché la certezza di poter fare la vita da professionista dell’atletica e delle maratone. Benissimo, buon per lui. Però c’è qualcosa che non mi quadra se viene esaltato anche dagli organi federali questo risultato e non troviamo neanche una riga su Buccilli e quasi nulla per il resto.
Ancora peggio allargando le vedute, in un paese non ‘monocalciofilo’ ma più attenta allo sport, alla vita sana, al benessere, personaggi di livello mondiale come Goffi o Boudalia sarebbero presi d’esempio per insegnare ad un popolo, cosa significa la corsa, cosa significa il benessere, lo sport, la serietà, il sacrificio. Verrebbero portati nelle scuole o in televisione, come esempi da seguire. Da noi, nulla di tutto questo. Buccilli su Fidal non esiste mentre viene dedicato un intero pezzo ad Andrea Lalli che si è ritirato, Goffi viene liquidato in due righe, Boudalia neanche l’ombra, mentre per Ricatti c’è lode e celebrazione con un intero articolo. Qualcosa non mi torna.
Ho una certezza…che siamo un gran popolo di maratoneti…ma rimane una domanda a cui non so rispondere:
“Vale di più un 2h18’44” di un ‘vecchietto’ di 42 anni, un brillante 2h16’15” di Gualdi ormai ex professionista o un ‘lento’ 2h18’23” di un professionista da tutti noi pagato ed esaltato da giornali etc?