Ph. Damiano Tomasin
Alla Maratona S.Antonio non ci sarà solo la gara di cartello tra Gualdi, Kipkemboi e Kiprop, o quella tra Gelsomino e Githaiga, favorite della prova femminile. Ma la corsa vivrà anche, o forse soprattutto, delle tante piccole e grandi storie degli atleti che più raramente si conquistano articoli sui giornali o servizi in tivù ma che, con le loro vicende, rendono affascinante questa disciplina. Sono davvero tanti i podisti che domenica 19 aprile saranno alla partenza di Campodarsego o a quella della mezza maratona, da Camposampiero. Queste alcune delle loro storie.
Correre fa bene. E lo può testimoniare meglio di tutti il trevigiano Giovanni Bertoli, nato il 7 ottobre 1933 a Mareno di Piave: è lui, con i suoi 81 anni, il più anziano tra gli atleti al via. In campo femminile la palma spetta alla veneziana Fiorenza Simion. Delle donne non si dovrebbe mai dire l’età, ma se la si precisa, nel suo caso, è solo per farle i complimenti: è nata il 15 febbraio 1943. I più giovani? Il padovano, di Campodarsego, Giacomo Paniccio e l’olandese Jamecia Burgzorg, nati nel 1997.
E’ una Maratona sempre più internazionale: In totale saranno presenti atleti provenienti da 39 Paesi e da quattro continenti. Le nazioni più rappresentate sono, nell’ordine: Stati Uniti (66), Gran Bretagna (36) Francia (19), Austria (13). Si segnala la presenza di due maratoneti islandesi ma anche di atleti provenienti da Filippine, Perù, Taiwan e Giappone.
Ci sarà anche un parroco al via da Campodarsego: Danilo Miotto, sacerdote a Rubano, già più volte sul percorso della maratona nelle scorse stagioni. Tra gli iscritti anche don Leopoldo Voltan, parroco proprio di Campodarsego, ma non ci sarà alcuna “disfida sacerdotale”: don Leo correrà infatti la mezza.
Mohammed Haruna, 34 anni, padovano che è arrivato dal Niger come rifugiato politico. Aveva il sogno di correre la Maratona S.Antonio e lo ha coronato l’anno scorso tagliando il traguardo con un ottimo tempo: 2 ore e 48 minuti. Mohammed in Libia faceva il giardiniere ma una mattina del maggio 2011 alla sua porta si sono presentati i soldati con un ordine: combattere con loro per il dittatore Gheddafi. Lui ha scelto di finire su un barcone, destinazione Italia. A Lampedusa è stato accolto come rifugiato e spedito proprio a Padova. Oggi, tesserato gratuitamente per Assindustria Sport, è pronto a ripresentarsi al via.
La Maratona S.Antonio vedrà partecipare anche quest’anno, tra le altre associazioni, A.S.L.A. onlus, in campo per la lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica. Nata in memoria di Silvio Bastianello, A.S.L.A. si propone spesso in iniziative di sport e solidarietà, per tenere alta l’attenzione su quella che oggi è la più diffusa della malattie rare, la SLA. Domenica 19 aprile alle ore 10.30 a Camposampiero saranno pronti a partire per la corsa 4 ammalati di SLA in carrozzina, spinti da 57 atleti appartenenti a diverse società sportive, per percorrere tutti i 21 chilometri previsti dalla mezza maratona.
Sono 99 i podisti tesserati per Assindustria Sport Padova al via nelle prove agonistiche: la società organizzatrice è quella più numerosa in gara tra Maratona e Mezza.
L’azienda è la Sit Group, e sviluppa e produce sistemi per la sicurezza, il comfort e l’alto rendimento degli apparecchi a gas. Produce, però, anche una grande passione per la corsa: sono 300 i suoi dipendenti iscritti alle Stracittadine. E’ suo il gruppo più numeroso. Anche la Cassa di Risparmio del Veneto, con la propria squadra agonistica, domenica 19 aprile schiererà 33 podisti alla mezza maratona e 9 alla gara da 42,195 chilometri.
Infine due podiste speciali: Stella, bastardina nata nel 2003, al via di Campodarsego assieme al suo padrone Leonardo Candian, di Vigonovo, che rivela: «Quando corriamo assieme, l’impressione che diamo è che sia lei a tirare me». Ma stavolta Stella non sarà da sola: con lei anche Emma, cagnolina iscritta alla partenza della Mezza.