
di Cesare Monetti
Un forte applauso, quando ieri sera Mario Scapini si è presentato al via degli 800 metri. Un paio di balzi per scaricare la tensione e smorzare l’emozione che sicuro erano nella sua mente in quel momento prima della voce del giudice: “Ai vostri posti!”…chissà quali pensieri. Chissà quante volte ha pensato a queste tre parole prima del colpo di pistola. Prima dell’inizio, prima di metterci fiato, gambe, energia. E’ partito soffiando, a testa inclinata in avanti, lo sguardo grintoso. E’ passato al primo giro un po’ arretrato, nel gruppone e ha finito in spinta, con gli occhi che illuminavano tutta Cernusco.
Ci ha impiegato 1’54, ben 8 secondi in più del primato personale, ma francamente di questo non importava nulla a nessuno. Neanche a lui. Quel che contava per Mario era esserci, e mettersi per sempre alle spalle l’avversario più insidioso di tutti, quel tumore, quel linfoma alle pareti dello stomaco che nel 2012 l’ha costretto ad un intervento e ad un pesante ciclo di 10 sedute di chemioterapia.
Un anno fa doveva fare le Olimpiadi invece era immobile in una stanza d’ospedale con 13 chili in meno di muscoli e forza.
A ottobre i primi passi, a gennaio la cyclette al livello base che sembrava uno sforzo inimmaginabile, ad aprile la laurea in ingegneria ed il ritorno al campo d’allenamento. A salutare gli amici, a respirare atletica, a provare se quella poteva essere ancora la sua vita. Affermativo. Doveva essere ancora la sua vita, perchè lui, il Mario, questo voleva, questo desiderava e da quel maledetto 2 agosto ci ha messo sempre tutto ciò che aveva.
La settimana scorsa è arrivato il semaforo verde, l’idoneità agonistica. Pronti via, Mario ieri è tornato in gara. Davanti a genitori ed amici, è stata una festa con tanto di brindisi in pista.
Una lezione di vita per tutti quanti: “Mi voglio ora godere l’entusiasmo intorno a me. Per affrontare la malattia ed oggi tornare a correre mi ha aiutato il mio spirito di mezzofondista, resistente alla fatica e cercare di essere veloce per superare tutto più in fretta” le sue parole in preda all’emozione”.
Bentornato Mario!